La chiusura di Megavideo e soprattutto quella di Megaupload ha cambiato le abitudini della rete con l'impossibilità di accedere a servizi anche legali di tutti siti di file sharing esistenti. Le abitudini sono cambiate dopo ormai due mesi, da quando l'FBI bloccò il sito e arrestò il fondatore Kim Dotcom.
Con la chiusura del sito, i server non sono stati bloccati ma in tutto questo tempo hanno continuato ad ospitare tutti i file.
Ciò sta facendo perdere a Dotcom circa 9 mila dollari al giorni, per un ammontare attualmente di circa 500 mila dollari di arretrati. La MPAA cioè l'associazione che difende le case di produzione cinematografiche americane, si sta già muovendo per evitare di vedere in circolazione tutti i file sequestrati.
Le strade che si possono percorrere sono due e cioè cancellare tutto l'archivio e questo è davvero inimmaginabile oppure passare al setaccio il legale dal non. Le probabilità che il tanto amato sito di file sharing possa tornare “vivo” sono tante, ma in questo caso sarà tutto a pagamento.
Intanto qualche tempo fa Anonymous ha annunciato sul social network Twitter, che il vecchio Megaupload ha cambiato nome trasformandolo in Meegaupload.
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